GUIDA ALLA SCRITTURA
- Il processo di scrittura
- L’esame del titolo
- La produzione di idee
- La stesura della scaletta
- La stesura del testo
- La revisione
- L’impaginazione
- Le caratteristiche del testo descrittivo
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Il processo di scrittura
Scrivere non è un’attività spontanea e immediata come parlare: presuppone chiarezza di idee, capacità di organizzare il pensiero, padronanza del linguaggio. Le operazioni da compiere e le abilità messe in gioco sono dunque molte e diversificate. Le difficoltà diminuiscono suddividendo il processo di scrittura in una serie di operazioni più semplici, da svolgere una dopo l’altra; ogni fase contribuisce a un buon risultato finale. Se invece si lavora senza metodo, saltando alcuni passaggi, non solo non si ottiene un prodotto soddisfacente, ma diventa quasi impossibile capire che cosa non funziona e migliorare poco alla volta il proprio metodo di lavoro.
Il processo di scrittura comporta tre grandi fasi a loro volta articolate in sottofasi, come puoi vedere nello schema.
Durante lo svolgimento di ogni fase bisogna ricordare che un testo efficace deve presentare i seguenti requisiti: completezza, coerenza, coesione.
- La completezza: un testo è completo se contiene le informazioni di cui il lettore ha bisogno e se chi scrive presenta e sviluppa le informazioni in modo adeguato alle proprie intenzioni comunicative (o, nei lavori scolastici, alla richiesta dell’insegnante). Ad esempio un è completo se esamina i punti centrali dell’argomento; una tesina richiede una trattazione molto più approfondita.
- La : il testo deve essere dotato di continuità di senso; tutte le informazioni sono connesse tra di loro e contribuiscono a far emergere un’idea centrale.
- La : i collegamenti grammaticali e lessicali contribuiscono a mettere in evidenza le relazioni tra i concetti; il testo è scorrevole, le idee sono ben collegate e il lettore coglie con facilità il filo del discorso.
Nel progettare un testo occorre tenere conto anche del tempo a disposizione, altrimenti si rischia di non terminare la stesura o di tralasciare la fase di revisione, che è invece molto importante.
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L’esame del titolo
Per progettare un testo occorre in primo luogo individuarne le coordinate comunicative (cioè il , il , lo ) e definirne con precisione l’argomento. Nella vita scolastica quasi sempre questa operazione viene svolta attraverso l’esame del titolo proposto dall’insegnante: una lettura attenta del titolo consente di capire esattamente ciò che viene richiesto, aiuta a scegliere l’impostazione più adatta, stimola la produzione di idee.
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Le indicazioni del titolo
La formulazione del titolo dei temi si rifà di solito ad alcuni modelli ricorrenti: titoli-scaletta, titoli-citazione, titoli generici.
- I titoli-scaletta propongono una traccia di svolgimento fornendo indicazioni precise sui punti da trattare.
Sempre più frequenti si fanno oggi tra i giovani i casi di devianza. Illustra il fenomeno con qualche esempio anche tratto dalla tua esperienza personale. Individua e discuti le possibili ragioni di un così inquietante fenomeno (mancanza di valori? Suggestioni esercitate da modelli sbagliati su adolescenti inclini alla violenza?). Suggerisci infine qualche possibile intervento della scuola.
I titoli-scaletta facilitano la progettazione del testo, poiché delimitano con precisione l’argomento e spesso contengono indicazioni sul e sul metodo di lavoro: per ideare un buon testo è sufficiente attenersi strettamente alla consegna.
-
I titoli-citazione propongono una frase celebre, un proverbio, un pensiero di una persona illustre e hanno soprattutto una funzione di stimolo.
Secondo Hermann Hesse ci sono tre categorie di lettori: «il lettore ingenuo, che segue l’autore come il cavallo il cocchiere; il lettore giocatore, che segue l’autore come il cacciatore segue la traccia; il lettore personale, che si contrappone in assoluta libertà a quanto legge». Che tipo di lettore sei? Ti riconosci in una di queste figure?
La citazione, talvolta originale e interessante, talvolta ovvia e banale, non è una verità indiscutibile da accettare in modo passivo, ma un’occasione per riflettere su un problema e confrontarsi con altre opinioni in modo attivo e personale.
Talvolta nei temi di argomento letterario o storico il titolo-citazione viene utilizzato per proporre l’analisi del pensiero di un autore noto, che va commentato e inquadrato storicamente.
- I titoli generici propongono un argomento, talora vasto, senza delimitarlo e senza specificare il metodo con cui deve essere esaminato.
La fantascienza nel cinema e nella letteratura.
Per svolgere un tema dal titolo generico occorre restringere l’argomento, focalizzando l’attenzione su pochi aspetti significativi. Solo così è possibile progettare un lavoro completo, originale e interessante. Se invece si tenta di affrontare in poche pagine un argomento vasto, il tema rischia di risultare superficiale e prevedibile.
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Come analizzare un titolo
Dall’esame del titolo si possono ricavare alcune indicazioni fondamentali: l’argomento, il genere testuale, il destinatario, lo scopo.
- Individuare l’argomento e coglierne con precisione le eventuali delimitazioni ci aiuta sia a trovare le idee sia a non andare fuori tema. L’argomento, infatti, può essere generico, oppure proposto da un particolare punto di vista.
Lo sport.
Le cause dell’attuale moda degli sport estremi.
La pratica sportiva e la salute.
- Riconoscere il è importante perché ad esso sono legate alcune convenzioni di forma e di contenuto da rispettare. Il genere testuale può essere indicato in modo esplicito o in modo indiretto.
Dal mio diario: un incontro inaspettato. (diario)
Racconta un episodio strano accaduto durante le vacanze. (autobiografia)
Molti lavori scolastici, in cui il genere testuale non è indicato, richiedono lo svolgimento di un , cioè di un testo di tipo argomentativo-espositivo.
I mutamenti della struttura della famiglia italiana dall’Ottocento a oggi.
La vita delle periferie cittadine nella letteratura neorealista.
Individuare il permette di scegliere il più adatto (colloquiale, informale, formale) e di selezionare in modo opportuno le informazioni. Il destinatario talvolta è molto specifico; in altri casi è un pubblico più o meno preciso, ampio o indifferenziato.
Scrivi una lettera a un amico. (destinatario specifico)
Scrivi un articolo per il giornalino scolastico. (pubblico ampio, ma specifico)
Gli aspetti comici nei Promessi Sposi. (pubblico indifferenziato)
-
Un testo può avere uno o più (informare, divertire, commuovere, esprimere opinioni, rivolgere una richiesta, convincere ecc.). Individuare lo scopo aiuta a selezionare e organizzare le informazioni.
Ecco un esempio di analisi di un titolo:
Titolo | Scrivi una lettera a un amico straniero, raccontando com’è organizzata la tua giornata scolastica. |
Argomento generale | Vita scolastica |
Delimitazioni | Organizzazione di una giornata tipo |
Genere testuale | Lettera |
Destinatario | Amico |
Registro | Colloquiale |
Scopo | Informare |
L’esame del titolo permette inoltre di capire se è possibile rifarsi a esperienze personali o se è richiesta una trattazione impersonale e oggettiva. Il talvolta offre già un’indicazione: l’autobiografia e il diario partono dalle esperienze e dai sentimenti di chi scrive; al contrario, una relazione, un saggio scientifico, una ricerca richiedono un atteggiamento oggettivo e distaccato. Occorre, in ogni caso, prestare attenzione alla formulazione del titolo, che può richiedere in modo esplicito di esaminare l’argomento in base a esperienze personali o di esprimere un giudizio.
Infine, non accontentarti di esaminare il titolo mentalmente. Annotare le indicazioni ricavate dall’esame del titolo è molto utile: gli appunti diventeranno un punto di riferimento per le fasi successive. Inoltre, riflettendo sul titolo, spesso nascono già alcune idee: anch’esse devono essere annotate.
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Il metodo di lavoro
Talvolta il titolo contiene indicazioni esplicite, spesso nella forma di verbi all’imperativo, sul metodo di lavoro da seguire nell’impostazione del testo. Nella seguente tabella sono riportati i verbi più frequenti:
Analizza | Scomponi l’argomento nei suoi vari aspetti ed esaminali, in modo da farne emergere le caratteristiche più significative |
Confronta | Esamina parallelamente due fenomeni e individuane somiglianze e differenze |
Definisci | Precisa il significato di un concetto, delimitandone la portata |
Descrivi | Esamina nei particolari, senza formulare giudizi |
Dimostra | Sostieni una tesi con un ragionamento logico e prove verificabili |
Discuti | Esamina un argomento in modo critico, presentando diversi punti di vista |
Elenca | Enumera in modo completo e chiaro |
Enuclea | Spiega con precisione i termini di un problema, gli aspetti di un fenomeno |
Esamina le cause e/o le conseguenze | Individua, presenta e analizza le cause e/o le conseguenze di un fenomeno |
Esponi | Presenta un quadro completo e obiettivo |
Illustra | Documenta e rendi chiaro un fenomeno per mezzo di esempi o prove |
Individua (metti in evidenza, indica, rileva, sottolinea) | Distingui uno o più aspetti del problema e fanne emergere l’importanza |
Inquadra il problema | Presenta nelle linee generali un fenomeno, illustrandone gli aspetti principali |
Interpreta | Presenta in una prospettiva critica, commentando e valutando il significato di un brano, di un pensiero |
Motiva | Sostieni con prove e argomenti il tuo punto di vista |
Rifletti | Analizza in modo critico un problema, introducendo considerazioni personali |
Sintetizza (traccia un panorama) | Tratta un problema in modo conciso, nelle sue linee generali |
Spiega | Individua e chiarisci i modi e le cause di un fenomeno |
Suggerisci (prospetta) soluzioni | Ipotizza ed esamina criticamente alcune possibili soluzioni del problema |
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I titoli complessi
Quando esamini un titolo complesso analizza con cura ogni parola, controllando l’accostamento di aggettivi e nomi, le forme verbali, i connettivi, la punteggiatura. Se sono presenti termini specialistici o parole comuni usate con significati particolari usa il dizionario. Durante questo lavoro di analisi, annota idee e spunti: sono un prezioso punto di partenza per la progettazione del testo (vedi la parte sulla produzione di idee nella GUIDA ALLA SCRITTURA).
Spesso nei titoli lunghi e complessi si possono riconoscere due parti: la prima introduce o inquadra l’argomento, la seconda specifica la vera e propria proposta di lavoro. È importante individuare con precisione la richiesta, senza farsi fuorviare da informazioni secondarie.
Paesi e città d’Italia custodiscono un immenso patrimonio artistico e monumentale che, oltre a rappresentare una importantissima testimonianza della nostra storia, costituisce al tempo stesso una primaria risorsa economica per il turismo e lo sviluppo del territorio.
Affronta la questione anche in relazione all’ambiente in cui vivi, ponendo in evidenza aspetti positivi e negativi che, a tuo giudizio, lo caratterizzano per la cura, la conservazione e la valorizzazione di tale patrimonio.
In caso di difficoltà, per essere sicuro di aver capito bene il titolo puoi ricorrere ai seguenti «trucchi»:
- riformula il contenuto del titolo con parole tue; stai attento però a non distorcerne il significato;
- riformula il titolo sotto forma di domande;
- se il titolo è lungo e articolato, ricopialo, suddividendolo in brevi frasi e andando a capo alla fine di ciascuna. In questo modo sarà più facile distinguere l’idea principale da quelle secondarie e cogliere il legame tra i vari punti.
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La produzione di idee
Una volta analizzato il titolo che l’insegnante propone (vedi la parte relativa nella GUIDA ALLA SCRITTURA), si deve passare alla ricerca di idee. Spesso già l’esame del titolo offre molti spunti, ma la produzione di idee può essere ulteriormente stimolata con l’uso di tecniche appropriate. Nei paragrafi che seguono te ne presentiamo alcune, adatte ad argomenti e testi diversi.
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La libera associazione di idee (brainstorming)
La tecnica della libera associazione di idee o brainstorming (termine inglese che significa usare il cervello - brain - per prendere d’assalto - to storm - le idee) è particolarmente utile per scritti che richiedono immaginazione e creatività o che partono da esperienze personali. Aiuta a sbloccarsi, a superare le difficoltà iniziali e ad acquistare fiducia in se stessi. Si basa su un principio che tutti conosciamo: una parola ce ne ricorda altre o evoca persone, situazioni lontane, così come accade a volte con le canzoni, i profumi, i luoghi. Per trovare le idee segui questo procedimento:
- usa un foglio grande;
- scrivi al centro del foglio l’argomento (parola chiave);
- concentrati sull’argomento lasciando libera l’immaginazione;
- scrivi le idee attorno alla parola chiave, senza preoccuparti per ora della loro validità;
- cerca di produrre un gran numero di idee (tra le tante ce ne saranno alcune utili);
- rileggi le idee prodotte e ripeti il procedimento a partire da quelle che ritieni valide.
Nello schema puoi vedere come potrebbe iniziare il brainstorming per un testo intitolato Gli animali domestici.
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La scrittura libera (freewriting)
Se sperimentando il brainstorming ti accorgi che tendi a scrivere, più che singole parole, frasi più o meno lunghe, puoi provare una tecnica che si basa sulla scrittura libera di brevi frasi complete, il freewriting. Procedi così:
- concentrati sull’argomento lasciando libera l’immaginazione;
- fissa un tempo massimo (dai cinque ai dieci minuti);
- annota le idee così come vengono, scrivendo le frasi senza preoccuparti della loro correttezza linguistica e della loro coerenza.
Attenzione: non confondere questa tecnica con una prima stesura o, peggio ancora, con la stesura definitiva; ha solo lo scopo di far emergere le idee.
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Le griglie di domande
La capacità di produrre idee può essere stimolata anche a partire da alcune domande che permettono di esaminare un argomento da più punti di vista, usuali o inconsueti. Le griglie di domande possono riguardare:
- la somiglianza: com’è? A quali altre cose somiglia? In quali aspetti (per la forma, per l’uso, per i materiali)? Perché? A che cosa somiglierebbe se fosse molto più grande o molto più piccolo? Che cosa succederebbe se non esistesse?
- la contiguità: a che cosa è vicino (nello spazio, nel tempo)? A che cosa si può unire o collegare? Che cosa è successo prima? Che cosa potrebbe succedere dopo? Che cosa l’ha causato? Quali conseguenze potrebbe avere?
- il contrasto: da quali altre cose simili è diverso? Per quali aspetti? Perché? In quali altre forme potrebbe presentarsi?
Talvolta può essere più produttivo guidare la ricerca di idee in una direzione precisa. In molti testi, infatti, sono riconoscibili strutture ricorrenti: in questi casi la produzione di idee può essere indirizzata fin dall’inizio verso lo sviluppo delle singole parti che formeranno la struttura del testo finale.
Vediamo due esempi di griglie di domande adatte rispettivamente a testi narrativi ed espositivi.
-
I testi narrativi (cronache, racconti) sono spesso costruiti in modo da rispondere a sei domande: Chi? Che cosa? Dove? Quando? Perché? Come? Le sei domande (dette «cinque W una H» dalle loro iniziali in lingua inglese: Who? What? Where? When? Why? How?) sono usate nel giornalismo anglosassone per indicare le informazioni che devono essere sempre presenti in un articolo di cronaca. Proviamo ad applicare questa tecnica per costruire la struttura di un testo intitolato Una giornata sui campi da sci:
GRIGLIA PER LO SVILUPPO DI UN TESTO NARRATIVO |
Chi? | I protagonisti: io e i miei compagni |
Che cosa? | Il fatto: le lezioni dei maestri, le discese, i ruzzoloni, gli scherzi |
Dove? | Il luogo: i campi da sci |
Quando? | Il tempo: martedì scorso |
Perché? | Il motivo: divertirsi e stare insieme |
Come? | Il modo: atmosfera molto rilassata, grande divertimento |
-
Molti e possono essere progettati a partire da una griglia di domande che aiutano a focalizzare i diversi aspetti dell’argomento. Ti proponiamo un esempio di griglia molto generale per testi espositivi; in base all’argomento proposto e alle indicazioni fornite dal titolo potrai di volta in volta privilegiare e approfondire le categorie più appropriate:
GRIGLIA PER LO SVILUPPO DI UN TESTO ESPOSITIVO |
Definizione | Che cos’è? |
Quando, dove, come si verifica | In quali luoghi, periodi, circostanze? |
Cause | Perché è avvenuto? Che cosa lo ha causato? |
Conseguenze | Quali mutamenti ha provocato? |
Sviluppo | Come si è evoluto o esteso? Quali mutamenti ha subìto? |
Analisi | Quali sono i suoi aspetti più importanti o caratteristici? |
Classificazione | Quali e quanti tipi ne esistono? |
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La stesura della scaletta
La fase di pianificazione di un testo culmina con la redazione della scaletta, cioè di uno schema della struttura del futuro testo. Una scaletta funzionale dà forma e ordine alle idee emerse in modo disorganico. Le operazioni da svolgere sono le seguenti:
- scegliere le idee più adatte ed eliminare quelle inutili;
- raggruppare le idee collegate tra loro;
- ordinare le idee nel modo più adatto al tipo di testo che si deve descrivere.
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Come scegliere le idee
In un testo chiaro e coerente tutte le informazioni sono collegate tra loro e contribuiscono a trasmettere un’idea centrale: un particolare punto di vista, un sentimento, un’opinione. Uno scritto privo di un centro organizzatore, anche se ricco di idee, rimane un insieme caotico di spunti scollegati.
Per decidere quale sarà l’idea centrale leggi attentamente le idee che hai annotato e rifletti: su quale aspetto ti sei soffermato? Emerge un sentimento o un’opinione che vuoi comunicare al lettore?
Dopo aver scelto l’idea centrale elimina:
- le idee che non si riferiscono all’argomento;
- le idee ripetute;
- le idee non collegate con l’idea centrale: è meglio sviluppare pochi punti che la mettano in risalto, piuttosto che molte idee slegate.
Partiamo dall’esempio di brainstorming su Gli animali domesticiche è stato presentato nella parte della GUIDA ALLA SCRITTURA sulla produzione di idee, al paragrafo La libera associazione di idee (brainstorming); lo abbiamo completato con molte altre idee, come puoi vedere nello schema.
Per costruire una scaletta valida eliminiamo con un segno di cancellazione le idee ripetute o non collegate né all’argomento né ad alcuna idea centrale (nell’esempio: In esercizio e Mio primo cane Cuki). Le idee rimanenti convergono attorno a due diverse idee centrali, che possiamo sintetizzare così:
Come scegliere l’animale domestico ideale.
Adottare un animale domestico presenta molti più vantaggi che svantaggi.
Se scegliamo la prima idea centrale svilupperemo soprattutto i punti evidenziati con il colore nello schema. Se invece scegliamo la seconda, quelli in grigio.
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Come raggruppare le idee
Le idee presentate nell’esempio di brainstorming al paragrafo Come scegliere le idee sono disposte in modo disordinato: occorre riorganizzarle raggruppando quelle che si riferiscono a uno stesso aspetto dell’argomento. Ogni gruppo di idee diventa un punto della scaletta ed esprime un’idea principale, accompagnata da esempi, informazioni di supporto, spiegazioni. Ecco come procedere:
- individua le idee collegate tra loro; puoi unirle con frecce o contrassegnarle con il medesimo numero (con un colore, con un simbolo);
- per ogni gruppo di idee scrivi una frase breve, ma chiara e precisa, che esprima l’idea principale;
- sotto l’idea principale annota tutte le idee collegate, cioè le informazioni secondarie.
Ecco come si può riscrivere il gruppo di idee che, nell’esempio del paragrafo Come scegliere le idee, sono indicate con il numero:
Tenere un animale è molto importante sul piano affettivo ed emotivo:
- gli animali sono affettuosi;
- si creano forti legami affettivi tra padrone e animale;
- un animale tiene compagnia e aiuta a combattere la solitudine (esempi: anziani, persone sole, figli unici);
- l’affetto per un animale è positivo per la salute sul piano psicologico (crea un interesse, una ragione di vita); utilissimo per gli anziani in ospedali e case di riposo (animali in funzione terapeutica: pet therapy).
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Come ordinare le idee
L’ordine e l’organizzazione del contenuto di un testo sono legati all’argomento e alle coordinate comunicative (cioè al , al , e allo ). Vediamo alcuni modelli di ordinamento.
- Ordinamento cronologico: gli avvenimenti sono presentati nell’ordine in cui si sono verificati, come in molti testi narrativi e nei testi regolativi.
- Ordinamento spaziale: è presente nelle descrizioni, ed è particolarmente adatto a quelle riguardanti oggetti di grandi dimensioni, paesaggi, ambienti, edifici, persone.
Secondo questo tipo di ordinamento, gli oggetti sono descritti seguendo un itinerario visivo e spaziale. Lo sguardo si muove lungo un percorso lineare (dall’alto in basso, da destra a sinistra, dal primo piano allo sfondo) oppure si sposta più liberamente, soffermandosi su alcuni particolari. Una tecnica efficace è partire dai particolari meno significativi per guidare gradualmente l’attenzione sulla caratteristica più importante, che diviene così il centro unificante della descrizione.
Ad esempio, nel seguente brano lo scrittore, dopo aver descritto i lineamenti e l’abbigliamento dell’uomo rappresentato nel ritratto, si concentra sui suoi occhi, cioè sull’elemento che rende il quadro singolare e inquietante:
Un ritratto demoniaco
Già da qualche minuto l’artista stava immobile davanti a un ritratto in una grande cornice. Si trattava di un vecchio con una faccia color bronzo, con forti zigomi, dall’aria scarnita; i lineamenti parevano essere stati colti in un istante di contrazione febbrile. L’uomo era drappeggiato in un abito asiatico. Più straordinari di tutti erano gli occhi: pareva che l’artista vi avesse messo tutta la forza del suo pennello e tutta la passione della sua arte. Essi guardavano, guardavano, si sarebbe detto, fuori dal ritratto, quasi distruggendone l’armonia con la loro strana vivezza.
L’ordine spaziale è forse la più naturale e spontanea organizzazione di un testo descrittivo, poiché noi percepiamo gli oggetti nella loro collocazione nello spazio; questo procedimento è quindi particolarmente efficace perché fa ripercorrere al destinatario lo stesso percorso visivo mediante il quale abbiamo preso coscienza della realtà.
- Ordinamento crescente o decrescente: le idee sono disposte secondo la loro importanza e forza.
Nell’ordinamento crescente vengono presentati per primi gli argomenti meno decisivi, mentre quelli più forti concludono il ragionamento. Quest’ordine può essere adottato quando si vuole spronare il destinatario a compiere azioni e scelte concrete, perché gli argomenti citati per ultimi in genere restano più vivi e presenti nella mente di chi legge. Tuttavia la parte iniziale del testo può apparire debole e rischia di suscitare indifferenza.
Nell’ordinamento decrescente si comincia invece con gli argomenti più forti, per terminare con quelli meno convincenti. Tale ordine predispone favorevolmente il destinatario e lo coinvolge fin dall’inizio; tuttavia la conclusione del ragionamento può apparire debole.
- Ordinamento deduttivo: il testo inizia con un’affermazione generale che contiene l’idea centrale e prosegue illustrandola con esempi, casi specifici, particolari concreti. È un ordinamento molto comune ed estremamente efficace perché favorisce la leggibilità del testo.
- Ordinamento induttivo: il testo presenta una serie di casi particolari (esempi, aneddoti, eventi specifici ecc.) che preparano e fondano la tesi generale che concluderà il ragionamento.
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Gli errori più comuni e come rimediare
Spesso le scalette di molti studenti risultano inutili perché troppo scarne o mal costruite. Vediamo quali sono gli errori più frequenti e come è possibile evitarli.
- I punti sono formulati in modo troppo generico. Non accontentarti di annotazioni scarne, che potrebbero adattarsi a centinaia di titoli, ma cerca di formulare le idee in modo preciso e specifico.
Nello schema puoi osservare due diversi modi (uno sbagliato e uno corretto) di trascrivere in una scaletta un gruppo di idee per un testo intitolato Usare la bicicletta in città.
- Sono presenti lunghi elenchi di tipi e varietà di una stessa categoria, talvolta sotto forma di punti separati. Bisogna decidere se considerarli esempi da raggruppare in un unico punto, oppure se trasformarli in sottopunti da esaminare poi in modo più approfondito.
Osserva, nello schema, come può essere trascritto in una scaletta uno dei gruppi di idee relativi all’idea centrale Come scegliere l’animale domestico ideale, evidenziato con il colore nell’esempio di brainstorming di cui si parla al paragrafo Come scegliere le idee.
- I punti principali sono accompagnati da un numero inadeguato di informazioni di supporto o non sono ben articolati. Occorre aggiungere ulteriori informazioni, ben strutturate, come mostrato nello schema.
- Ci sono punti molto ricchi e articolati e altri poveri di idee: la scaletta risulta squilibrata. Probabilmente non si è riflettuto abbastanza sulle idee che risultano poco sviluppate. Se esse sono importanti per la completezza del testo dovranno essere arricchite; se, al contrario, esprimono concetti secondari, sarà meglio eliminarle.
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La stesura del testo
Il lavoro di raccolta e di riorganizzazione delle idee in una scaletta, spiegato nella GUIDA ALLA SCRITTURA al punto La stesura della scaletta, rende più semplice la stesura: la scaletta si trasforma infatti in un testo in cui le singole idee trovano sviluppo e i passaggi logici diventano espliciti.
Durante la stesura, in un primo tempo bisogna curare soprattutto il contenuto, senza preoccuparsi troppo della forma: infatti mentre si scrive nascono nuove idee, altre si precisano e si arricchiscono, altre ancora si rivelano inutili e vengono eliminate. È bene, quindi, dedicare la propria attenzione allo stile e alle scelte linguistiche solo quando il contenuto avrà assunto veste definitiva.
In questa parte della GUIDA ALLA SCRITTURA vedremo dapprima come procedere nella stesura, sviluppando i punti della scaletta secondo diverse modalità; in seguito esamineremo alcune tecniche per rendere il testo più efficace sotto il profilo linguistico.
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I capoversi
Nella fase di stesura di un testo i singoli punti della scaletta stesa in precedenza prendono forma, trasformandosi in frasi e periodi. Ogni idea principale, accompagnata da un adeguato numero di informazioni secondarie, diventa una piccola porzione del testo. Di solito a ogni punto della scaletta viene dedicato un , anche se a volte possono essere necessari più capoversi per sviluppare un gruppo di idee ricco e complesso.
I capoversi scandiscono la struttura e l’articolazione del testo: ciascuno di essi si costituisce intorno a una frase che esprime con chiarezza l’idea principale. La frase chiave spesso è posta all’inizio, ma per ottenere particolari effetti può occupare altre posizioni. In alcuni casi, se il lettore la può ricavare dalle informazioni fornite, può essere omessa.
Osserva:
I testi che hanno quale argomento una metamorfosi sono innumerevoli. Vanno dal classico latino L’asino d’oro di Apuleio al romanzo ottocentesco Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde dello scozzese Robert Louis Stevenson. Al tema della metamorfosi hanno fatto ricorso anche autori come Dante Alighieri nella Divina Commedia o Gabriele d’Annunzio nelle poesie di Alcyone.
In età repubblicana le maggiori cariche dello Stato erano ricoperte da cittadini di Roma o dell’Italia. In età imperiale anche uomini di altre regioni ebbero le più alte responsabilità di governo; l’imperatore Traiano, ad esempio, era spagnolo. Ciò significa che l’impero romano fu veramente uno Stato unico: contava solo essere cittadini dell’impero, non contava più essere un abitante di Roma.
Le origini del manifesto moderno si collocano nella Francia della seconda metà dell’Ottocento e sono legate a tre fattori storici: l’alfabetizzazione, l’urbanizzazione, l’industrializzazione (da cui dipendono prodotti standard e consumi di massa). Dal punto di vista tecnico, gli elementi decisivi sono lo sviluppo della cromolitografia (1835) e della rotativa (1866), con la possibilità di stampare molte copie a colori, rapidamente e a costi bassi.
Frase chiave sottintesa: Quando e perché è nato il manifesto moderno.
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I capoversi introduttivi, conclusivi, di raccordo
In un testo, funzioni particolari hanno i di introduzione, di conclusione e di raccordo.
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Modalità di sviluppo dei capoversi
Per sviluppare i punti di una scaletta si può ricorrere a diversi modelli (modalità di sviluppo) di ; la scelta è legata all’argomento e all’aspetto che ne viene analizzato. Te ne presentiamo alcuni: definizione, classificazione, analisi, enumerazione, causa ed effetto, confronto e contrasto, esempio.
- Definizione. Si spiega il significato di un termine o di un concetto oppure si chiarisce di chi o di che cosa si sta parlando. Oltre che per introdurre termini tecnici o concetti poco familiari al lettore, può essere utilizzata in un introduttivo per specificare come ed entro quali limiti verrà trattato l’argomento.
Il fiorino è una moneta d’oro coniata per la prima volta a Firenze nel XIII secolo e ornata del giglio di Firenze, da cui il nome; in seguito venne coniata anche in altri paesi.
La definizione è, in genere, formata da due parti: la prima precisa a quale categoria, classe, gruppo appartiene il termine o il concetto da definire (che cos’è?); la seconda illustra le caratteristiche che lo differenziano da altri membri della stessa categoria (com’è?).
Osserva:
Termine | Classificazione | Differenziazione |
Fiorino | Moneta | Moneta d’oro coniata a Firenze nel XIII secolo |
- Classificazione. Si suddivide un insieme di oggetti in più gruppi o classi in base a un preciso criterio; ogni gruppo viene poi esaminato separatamente, se occorre in più . Può dunque essere utilizzata come modalità di sviluppo prevalente in testi anche di ampie proporzioni.
Le birre possono essere raggruppate in tre tipi, a seconda della modalità di fermentazione a cui sono sottoposte.
Le analcoliche: il processo utilizzato per la produzione di queste birre si differenzia nella fase della fermentazione, che viene arrestata a bassa temperatura; si evita così che la gradazione alcolica aumenti ottenendo una percentuale di alcol pari allo 0,5% circa in volume.
Bassa fermentazione: si ottengono con un processo spesso breve e a bassa temperatura, sono moderatamente alcoliche, di colore chiaro e hanno un gusto pulito, leggero e fragrante.
Alta fermentazione: richiedono un processo prolungato che avviene a temperature elevate, e talvolta rifermentano in bottiglia. Hanno un aroma intenso e un sapore corposo, non sono in genere molto frizzanti e vanno servite a temperatura moderata.
Una classificazione corretta deve basarsi su un solo criterio e non mescolare criteri eterogenei.
Una volta scelto il criterio, la classificazione deve essere completa e prevedere tutti i gruppi possibili: ad esempio, la suddivisione dei cani in cani da compagnia e cani da caccia non prevede i cani da pastore, da guardia, da soccorso, da slitta ecc.
Lo spazio dedicato a ogni gruppo deve essere ben proporzionato: è scorretto esaminarne uno o due in modo approfondito mentre gli altri vengono presentati in modo sommario.
- Analisi. Si individuano le parti componenti di un oggetto o i diversi aspetti di un fenomeno, che vengono poi esaminati singolarmente. In questo secondo caso, l’analisi si può sviluppare su più , ciascuno dei quali dedicato a un singolo aspetto.
Il concerto grosso è una forma musicale apparsa alla fine del Seicento, la cui invenzione è generalmente attribuita a Stradella. Fu tuttavia Corelli a perfezionarlo.
L’idea base del concerto grosso è la contrapposizione del tutti, ossia dell’intera orchestra, al concertino, formato generalmente da due violini, violoncello e clavicembalo.
Il concertino non è usato con funzioni virtuosistiche, ma come alternanza di chiari e scuri o di vuoti e pieni fra questo e l’orchestra. Inizialmente era composto di molti movimenti, ma poi si ridusse, come il concerto per solista e orchestra, ai classici tre movimenti (allegro, adagio, allegro).
- Enumerazione. Si elencano tipi, proprietà, caratteristiche, aspetti, elementi di un oggetto o di un fenomeno. L’elenco viene sintetizzato da una frase introduttiva che, di norma, precede l’elenco; in tal modo il lettore ha subito un’idea generale di ciò che seguirà.
Nelle scuole medievali alcune opere costituivano le basi del sapere; erano otto (indicate come Auctores octo, gli otto autori), tutte scritte in latino: i Disticha Catonis, raccolta di massime facili da memorizzare, risalenti al II secolo; il De contemptu mundi (Sul disprezzo del mondo), attribuiti al monaco Bernardo di Morlas, vissuto nell’XI secolo, un insieme di regole per condurre una vita virtuosa; le Favole di Fedro, in versi; il Tobia di Matteo di Vendôme, voluminoso poema sulla moralità e la santità; le Parabole di Alano da Lilla, del 1190, contro le eresie; l’Ars minor e l’Ars maior di Elio Donato, manuali di grammatica, del IV secolo; il Doctrinale di Alessandro di Villedieu, enciclopedia in versi, della metà del XII secolo.
L’enumerazione può sembrare affine alla classificazione e all’analisi, in particolare quando presenta un elenco di tipi e/o di caratteristiche. Tuttavia se ne differenzia perché non richiede né completezza, né rigorosi criteri di classificazione, né un’analisi dettagliata delle singole componenti.
- Causa ed effetto. Si ricercano e si esaminano le cause di un evento o di un fenomeno e/o le conseguenze cui esso dà origine.
Cause. Con lo Scisma d’Oriente vi furono due cristianità, una occidentale e una orientale, ciascuna con un proprio complesso di tradizioni e una propria area geografica e culturale. Quali le ragioni di questa rottura? Ne individuiamo essenzialmente tre.
- La prima, di natura religiosa e culturale: a Bisanzio il patriarca male tollerava di essere secondo, in materia di fede, al vescovo di Roma; la superiorità greca non sopportava la sottomissione a un mondo rozzo, ignorante e povero.
- La seconda, di natura politica: a Bisanzio l’imperatore aveva un forte primato sul patriarca; era questa una condizione che il papa respingeva con la massima durezza.
- La terza, di natura economica: le navi delle città marinare prima, delle città tedesche poi, toccavano scali e mercati di tutte le città bizantine; esse portavano commercianti avidi e senza scrupoli, che avrebbero potuto alterare un’economia e un ritmo di vita consolidati da centinaia di anni.
Effetti. Le conseguenze demografiche dell’emigrazione europea del XIX secolo furono importanti. In particolare l’emigrazione accentuava l’invecchiamento della popolazione europea. Gli emigranti erano per lo più costituiti da popolazione attiva giovane, mentre in età avanzata vi era una certa riluttanza a trasferirsi in un paese straniero. L’emigrazione provocava anche uno squilibrio numerico fra i sessi, in quanto gli uomini che espatriavano erano assai più numerosi delle donne.
È importante cercare di individuare tutte le cause significative di un evento, evitando eccessive semplificazioni. Ad esempio, è scorretto dire che la prima guerra mondiale fu causata dall’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, perché si dà un peso eccessivo a un singolo fatto e si trascurano le molteplici cause profonde.
Non bisogna confondere le cause (perché è successo) con i fatti che hanno preceduto un evento, senza però influenzarlo. Ad esempio, dire Dopo aver conosciuto Camilla, Emilio non frequenta più gli amici non significa necessariamente che Emilio trascuri gli amici a causa di Camilla.
- Confronto e contrasto. Si esaminano due oggetti, due fenomeni, due persone ecc. mettendone in risalto le somiglianze e le differenze. Spesso per sviluppare pienamente il confronto possono essere necessari più .
Anche se spesso vengono confusi uno con l’altro, il gelato e il sorbetto sono due cose ben distinte. Entrambi sono alimenti ghiacciati, consumati come dolce, e vengono preparati in modo simile, raffreddando un composto in una gelatiera o sorbettiera. Tuttavia differiscono per composizione, digeribilità e valore calorico.
Il sorbetto è composto sostanzialmente da acqua, frutta, zucchero ed eventuali sostanze addensanti. Nella sua composizione manca completamente il latte, cosa che lo rende facilmente digeribile.
Il gelato, invece, oltre agli ingredienti sopra descritti contiene anche il latte (e spesso uova). Tale componente rende il gelato meno freddo al palato, ma meno digeribile. Per quanto riguarda il contenuto di proteine, grassi, zuccheri e calorie il sorbetto ha un minor contenuto calorico del gelato ma, mediamente, un maggior contenuto di zuccheri.
Per svolgere correttamente il confronto è bene individuare alcuni aspetti significativi ed esaminarli per entrambi gli argomenti, in modo da far emergere somiglianze e differenze.
Nella fase preparatoria, per essere sicuri di lavorare in modo simmetrico, può essere utile una tabella a due colonne.
|
Sorbetto |
Gelato |
Ingredienti |
Acqua, frutta, zucchero, addensanti |
Latte, frutta o altri aromi, zucchero, addensanti, uova |
Digeribilità |
Facilmente digeribile |
Meno digeribile |
Calorie |
Meno calorie, più zuccheri |
Più calorie, meno zuccheri |
Nella fase di stesura in genere è bene iniziare con una frase che introduce gli argomenti da confrontare. Se, come avviene quasi sempre, si vogliono esaminare soprattutto le differenze, nella frase introduttiva saranno presentati gli elementi simili, per porre le basi del paragone. Meno frequente è il caso opposto, cioè il confronto tra due argomenti apparentemente diversi: la frase introduttiva, in questo caso, sintetizza le differenze, mentre lo sviluppo del viene dedicato alle somiglianze.
Nello sviluppo del si possono usare due tecniche. La prima consiste nell’esaminare separatamente i due argomenti, presentando le caratteristiche di ciascuno di essi nello stesso ordine. La seconda consiste nell’esaminare le caratteristiche da confrontare punto per punto. La prima tecnica è più semplice e adatta a lavori brevi; la seconda si presta a confronti più dettagliati.
- Esempio. Per spiegare un fenomeno, per illustrare un concetto, per rendere più chiara un’idea si forniscono uno o più esempi concreti. È una tecnica molto frequente che non presenta difficoltà; è sufficiente che l’esempio sia calzante.
In generale la predazione è indispensabile al mantenimento dell’equilibrio complessivo negli ecosistemi dove gli erbivori possono produrre gravi danni alla vegetazione (e di conseguenza a tutte le specie a essa legate, compresa la propria), se il loro numero si accresce senza limitazione. Un esempio tipico è quello dell’altopiano di Kaibab in Arizona: in quest’area nelle prime due decadi del Novecento vennero completamente eliminati i predatori (lupi e puma) di una popolazione di cervi, che passò così dai 4000 capi del 1905 a 100 000 esemplari. La vegetazione non fu in grado di svilupparsi a sufficienza e in due inverni la popolazione di cervi decrebbe del 60% a causa di decessi per inedia.
Molto frequente è lo sviluppo del mediante la descrizione, la narrazione e l’: si tratta di modalità di scrittura presenti, in vario modo, in quasi tutti i testi.
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Come rendere efficace il testo
Il tuo obiettivo è scrivere un testo interessante e chiaro: vuoi ottenere che i lettori, senza annoiarsi, riescano a seguire senza fraintendimenti il tuo pensiero. Una forma linguistica appropriata, scorrevole, variata e corretta è determinante per raggiungere tale risultato.
Un testo è appropriato se il contenuto e le scelte linguistiche sono adeguate alle richieste del titolo, al e allo . Scegli quindi con cura il (informale, medio, formale) e mantienilo con coerenza.
Un testo è chiaro se il lettore riesce a seguirne il senso senza difficoltà; se tutte le sue parti sono funzionali, ben collegate e sviluppate in modo proporzionato alla loro importanza; se le affermazioni sono illustrate da esempi e particolari concreti; se la struttura delle frasi e dei periodi, l’uso dei connettivi e della punteggiatura favoriscono la leggibilità. Le indicazioni e i suggerimenti che seguono ti aiuteranno nella stesura di un testo interessante e chiaro.
- Le affermazioni generiche e i giudizi vaghi non convincono e non coinvolgono. Fai vivere al lettore le tue esperienze, fagli sentire ciò che hai sentito, fagli vedere ciò che hai visto, con esempi, dati, paragoni, particolari concreti.
Osserva:
Il tempo è stato orribile. → Per un’intera settimana ha piovuto; quando non pioveva, c’era la nebbia; nei pochi momenti di schiarita, faceva così freddo che sembrava tornato l’inverno.
- L’ordine delle parole contribuisce alla chiarezza del discorso. Tieni vicine le parole che formano un’unità sintattica, evitando così espressioni contorte o ambigue.
Vide uno strano oggetto sulla strada che si muoveva. → Sulla strada vide uno strano oggetto che si muoveva.
- Un continuo cambiamento del soggetto grammaticale nelle frasi coordinate disorienta il lettore ed è spesso causa di errori sintattici. Mantieni lo stesso soggetto ricorrendo a una subordinata relativa o alla forma passiva.
Il mio migliore amico è Filippo e lo conosco da sei anni. → Il mio migliore amico è Filippo, che conosco da sei anni.
Il rubinetto perdeva, l’idraulico l’ha aggiustato e adesso è a posto. → Il rubinetto perdeva, è stato aggiustato dall’idraulico e adesso è a posto.
- Per introdurre elementi coordinati tra loro (nomi, aggettivi, proposizioni dipendenti) è bene usare costruzioni identiche, perché una struttura simmetrica facilita la comprensione e mette in rilievo il parallelismo tra le informazioni.
Robin Hood rubava per dare soldi e da mangiare ai poveri. → Robin Hood rubava per dare cibo e soldi ai poveri.
Non riesco a concentrarmi per la stanchezza e perché il compito è difficile. → Non riesco a concentrarmi perché sono stanco e il compito è difficile. - Non riesco a concentrarmi per la stanchezza e per la difficoltà del compito.
Un testo è preciso se le frasi e le parole esprimono esattamente ciò che si vuole comunicare. Con l’aiuto del dizionario scegli con cura le parole prestando attenzione alle sfumature di significato e all’ambito d’uso.
Osserva, ad esempio, con quanti aggettivi più specifici può essere sostituito il termine rovinato:
consumato - consunto - frusto - guasto - lacero - liso - logoro - malandato - roso - sciupato - sdrucito - sgangherato - spelacchiato - squinternato - tarlato - usurato
Evita le parole generiche (come buono, grande, affare, problema), sostituendole con termini specifici.
Un testo è conciso se ogni parte, ogni frase contribuisce al disegno generale: non ci sono digressioni, informazioni inutili e ripetute. Anche la forma deve mirare all’essenzialità: elimina le parole di troppo e le ripetizioni inutili, sostituisci le circonlocuzioni con termini precisi.
È un tessuto impermeabile che non lascia passare l’acqua.
L’ultimo film del regista non è un film appassionante come i precedenti.
È una persona che conosce bene la materia. → È un esperto.
Un testo variato nella struttura delle frasi e dei periodi tiene viva l’attenzione del lettore; al contrario, un testo in cui le frasi hanno la stessa lunghezza e sono costruite allo stesso modo è piatto e monotono.
Osserva quale diverso effetto produce lo stesso testo nelle due stesure:
Noi siamo andati domenica allo stadio. C’erano delle gare di atletica. Il vincitore dei millecinquecento metri di corsa ha battuto il record italiano. La giuria non l’ha però reso valido e ha detto che c’era troppo vento. Il pubblico ha protestato.
Domenica siamo andati allo stadio, dove c’erano delle gare di atletica, fra cui i millecinquecento metri. Il vincitore ha battuto il record italiano, ma la giuria non ha omologato il suo tempo perché il vento era troppo forte. Il pubblico ha protestato.
Nella prima stesura sono state usate solo brevi frasi semplici o coordinate, di forma attiva, con ordine fisso delle parole (soggetto, predicato, complemento). La seconda stesura, grazie a piccoli cambiamenti, ha invece una struttura più varia e risulta più scorrevole.
In un testo efficace, inoltre, viene data la giusta enfasi ai concetti principali, che sono messi in rilievo anche con opportune scelte linguistiche. Sebbene in genere sia meglio evitare la ripetizione ravvicinata delle medesime parole o strutture, talvolta la ripresa di parole chiave permette di sottolineare con forza un concetto importante.
Osserva l’esempio:
Ogni giorno, in molti paesi del mondo, il diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza della propria persona è violato, calpestato, negato. Ogni giorno, nel mondo, uomini, donne e bambini vengono imprigionati, torturati, uccisi solo perché hanno opinioni sbagliate, perché sono nati nel posto sbagliato, o appartengono alla razza sbagliata, alla religione sbagliata.
In un testo corretto le norme ortografiche, grammaticali e sintattiche sono rispettate. Per avere ulteriori indicazioni sulla correttezza formale leggi la parte della GUIDA ALLA SCRITTURA che parla della revisione, in particolare il paragrafo Come correggere la forma.
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La revisione
La revisione è una fase tanto importante quanto trascurata: gli studenti spesso si accontentano di una veloce rilettura alla fine del lavoro, per evitare i più vistosi errori di ortografia e grammatica. Gli scrittori esperti, al contrario, dedicano a questa operazione tempo e attenzione, perché sanno molto bene che da essa dipende gran parte dell’efficacia del loro lavoro.
La verifica del contenuto avviene in parte già durante la prima stesura.
- Ogni volta che termini un , rileggilo attentamente. L’idea principale è espressa in modo chiaro? Gli esempi e i particolari concreti sono sufficienti e convincenti?
- Rileggi il capoverso precedente. I due capoversi sono ben collegati? Il passaggio da un punto all’altro non è troppo brusco?
Alla fine della stesura è necessario rivedere accuratamente sia il contenuto sia la forma dell’intero testo. Ecco alcuni consigli pratici che ti aiuteranno a lavorare con metodo e senza perdita di tempo:
- prevedi di dedicare alla revisione almeno un terzo del tempo a disposizione;
- è indispensabile usare il dizionario;
- quando rileggi, cerca di prendere le distanze da ciò che hai scritto; se possibile, lascia passare un po’ di tempo tra la stesura e la revisione;
- quando è possibile, rileggi ad alta voce: la lingua incespica su errori e durezze che l’occhio non registra;
- per non ripetere gli stessi errori, sulla base delle correzioni e delle osservazioni degli insegnanti prepara una lista dei tuoi errori abituali, da utilizzare come promemoria.
Inoltre se non usi il computer per stendere il tuo testo, ma scrivi a mano, fai attenzione a questi aspetti:
- scrivi in modo chiaro e ordinato;
- anche per la brutta copia usa fogli grandi, in modo da avere spazio per le correzioni;
- correggi in modo chiaro e leggibile, evitando di scrivere sopra il testo. Cancella parole e frasi in modo che la vecchia versione rimanga visibile (se cambi idea, potrai così recuperarla con facilità). Se vuoi aggiungere più parole o frasi evita di scriverle a margine o sopra le righe; scrivile in fondo al lavoro, contrassegnandole con un simbolo (una lettera, un numero, un asterisco).
Osserva come è stato corretto il seguente testo:
Ecco come si presenta il testo in bella copia:
Non mi diverto molto in compagnia. Mi sento a mio agio in piccoli gruppi e mi piace chiacchierare
a tu per tu con un amico. Invece in una festa molto affollata dopo un po’ mi annoio,
e me ne sto in disparte.
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Come correggere il contenuto
È bene rivedere il testo più volte: la prima revisione sarà dedicata al contenuto, per verificarne la rispondenza al piano di lavoro, la , l’organicità, la completezza e la chiarezza. È consigliabile rileggere dapprima lo scritto integralmente, per verificarne il disegno generale, e poi passare all’esame dei singoli .
Durante la revisione del contenuto si compiono tre operazioni: eliminazione di ciò che è superfluo, aggiunta delle informazioni mancanti, spostamento e riorganizzazione delle parti non ben strutturate e/o collocate male.
- Cancella: elimina le digressioni, i dettagli superflui, le informazioni non collegate con l’idea centrale.
- Arricchisci: completa con particolari concreti, esempi e dettagli vividi le idee principali poco sviluppate; aggiungi le informazioni mancanti; unisci con una frase di collegamento due capoversi.
- Taglia e incolla: unisci in un medesimo capoverso le informazioni collegate alla stessa idea principale; spezza i capoversi lunghi che sviluppano più di un’idea principale; sposta le parti che appaiono fuori posto.
Per la revisione del contenuto puoi servirti della griglia di domande chiave che ti proponiamo nel paragrafo Griglia di correzione del contenuto; essa ti aiuterà a non trascurare nessun aspetto importante.
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Griglia di correzione del contenuto
- Il lavoro corrisponde alle richieste del titolo (argomento, sue delimitazioni, , )? Se ne hai bisogno, puoi leggere o rileggere la parte della GUIDA ALLA SCRITTURA che riguarda L’esame del titolo.
- Hai tenuto conto del , delle sue aspettative e delle sue conoscenze?
Mancano informazioni essenziali per seguire il filo del discorso?
Aggiungi le informazioni mancanti.
- L’idea centrale è chiaramente individuabile ed è sufficientemente sviluppata?
Se necessario, riformula l’idea centrale in modo più chiaro ed esplicito; aggiungi informazioni che la mettano in risalto.
- Ogni capoverso contiene un’idea principale? Ci sono punti importanti poco sviluppati che devono essere ampliati?
Se un contiene due o più idee centrali, spezzalo. Arricchisci i punti deboli aggiungendo esempi, particolari concreti, informazioni di supporto. Sostituisci gli esempi o i particolari banali e poco calzanti con informazioni più adeguate.
- Ci sono parti che non rispondono al piano generale? Ti sei dilungato troppo su punti secondari?
Elimina le parti inutili. Sintetizza i punti secondari, lasciando solo ciò che è più rilevante per lo sviluppo dell’idea centrale.
- La successione delle idee ha una sua logica? L’ordine scelto aiuta il lettore a seguire il ragionamento?
Unisci tutte le informazioni collegate tra loro nel medesimo capoverso. Se la successione delle idee non è adeguata, cambia l’ordine dei capoversi.
- I passaggi logici tra un’idea e l’altra sono sufficientemente chiari? I capoversi sono ben collegati?
Aggiungi espressioni e brevi frasi di raccordo, che uniscano capoversi e periodi rendendo esplicito il ragionamento.
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Come correggere la forma
Quando hai compiuto la prima revisione di un testo e sei soddisfatto del suo contenuto, puoi iniziare la seconda revisione: rileggi attentamente i singoli per verificare se la forma linguistica è adeguata, corretta e scorrevole. Per aiutarti nel lavoro di revisione della forma, nel paragrafo seguente ti proponiamo una griglia di domande chiave per affrontare gli aspetti generalmente più critici.
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Griglia di correzione della forma
- Il testo è costituito per lo più da brevi frasi semplici e da coordinate?
Un testo con queste caratteristiche è in genere chiaro, ma piatto e noioso; inoltre può mancare di . Rendi la forma più scorrevole e varia unendo tra loro alcune frasi. In questo modo potrai anche mettere in rilievo i rapporti logici e far risaltare l’idea principale.
Leggi il seguente periodo e osserva come è stato corretto:
Mi piacciono i film western. Hanno una trama semplice, ma ricca d’azione. Sono rassicuranti e i buoni vincono sempre.
Mi piacciono i film western sia perché hanno una trama semplice, ma ricca d’azione, sia perché sono rassicuranti: infatti i buoni vincono sempre.
- Ci sono periodi molto lunghi e contorti?
I periodi che contengono più di due o tre subordinate, o lunghe frasi incidentali, sono di difficile lettura ed espongono al rischio di gravi errori sintattici. È bene perciò spezzarli.
Leggi il testo seguente e osserva, nella pagina successiva, come è stato corretto e semplificato:
Un ragazzo in motorino scippò una signora che stava ritornando a casa dopo aver fatto la spesa, proprio mentre transitava un’auto della polizia che, a sirena spiegata, lo inseguì, mentre il ragazzo cercava di scappare imboccando contromano una via a senso unico, dove fu bloccato da una seconda auto della polizia che era arrivata chiamata dai colleghi.
Una signora stava tornando a casa dopo aver fatto la spesa. Un ragazzo in motorino la scippò proprio mentre transitava un’auto della polizia, che lo inseguì a sirena spiegata. Allora il ragazzo cercò di scappare imboccando contromano una via a senso unico, ma qui fu bloccato da una seconda auto della polizia, chiamata dai colleghi.
Per semplificare i periodi complessi, eliminando un grado di subordinazione, puoi anche usare i seguenti accorgimenti:
- trasforma le frasi soggettive e oggettive in soggetti e complementi oggetto espressi da nomi;
Ha accettato di essere trasferito. → il trasferimento
- trasforma le frasi subordinate nei complementi indiretti corrispondenti.
Dopo essere stato bocciato, ho perso interesse per lo studio. → Dopo la bocciatura
- Le frasi sono ben formulate? Ogni frase ha un soggetto? Tutte le frasi secondarie dipendono da
una principale?
In particolare, evita le seguenti , alcune tipiche della lingua orale, ma non accettabili in scritti curati e formali, altre decisamente scorrette:
- l’anacoluto, cioè un periodo o un tema sospeso;
I libri quelli che leggo più volentieri sono i gialli. → I libri che
- la dislocazione a sinistra del complemento oggetto;
Il pesce non lo mangio. → Non mangio il pesce.
- il cambiamento di soggetto nella coordinata;
L’autore ha scelto come protagonisti persone umili ed essi vivono del proprio lavoro.
→ I protagonisti scelti dall’autore sono persone umili e vivono del proprio lavoro.
→ L’autore ha scelto come protagonisti persone umili che vivono del proprio lavoro.
- la subordinata implicita con soggetto diverso da quello della principale;
Non sempre vado d’accordo con mio fratello avendo cinque anni più di me. → che ha
- la concordanza a senso tra soggetto e predicato.
Una serie di incidenti hanno rovinato le nostre vacanze. → ha
-
L’uso dei pronomi è corretto? È facile individuare a quali parole o espressioni si riferiscono i pronomi?
In particolare, presta attenzione ai seguenti errori:
- uso del che polivalente;
Il libro che ti avevo parlato è questo. → di cui
- uso scorretto di dove;
Alla gara seguì una premiazione dove parteciparono tutti gli atleti. → alla quale
- pronomi inutili (o pleonastici), tipici delle costruzioni marcate;
Di questo non ne so nulla. → Di questo non so nulla. - Non ne so nulla.
- uso di gli invece di le;
Urtò la donna e gli strappò la borsa. → le
- pronomi ambigui.
Ho ereditato da un cugino una mansarda a Venezia, ma non ci sono mai stato. (= a Venezia o nella mansarda?)
-
Il tempo verbale di base (presente, passato remoto, passato prossimo) è mantenuto con coerenza in tutto il testo? Le forme dei verbi irregolari sono corrette? L’uso dei modi (indicativo, congiuntivo, condizionale) è corretto?
Controlla in modo particolare i periodi ipotetici e l’uso del congiuntivo nelle dipendenti soggettive, oggettive, dichiarative.
- La scelta delle parole è adeguata al tipo di testo, allo e al ? Il è mantenuto con coerenza?
Non mescolare termini di differente registro (informale, medio, formale). Non usare parole di cui non conosci perfettamente il significato.
- Le parole sono precise ed esprimono in modo esatto i concetti?
Sostituisci i termini generici o inadeguati. Elimina le frasi fatte, le banalità e le circonlocuzioni.
- Nel giro di poche righe sono ripetute molte volte le stesse parole?
Elimina le ripetizioni usando intelligentemente pronomi e sinonimi.
- La punteggiatura è corretta e aiuta il lettore a seguire il ragionamento? Il punto a capo è usato in modo funzionale?
Suddividi il testo in , andando a capo ogni volta che passi a trattare un’altra idea principale.
- L’ortografia è corretta?
Verifica con particolare attenzione l’ortografia delle parole che tendi a sbagliare.
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L’impaginazione
Terminata la revisione, cura attentamente l’impaginazione: un aspetto grafico ordinato e curato rende il testo gradevole e ne facilita la lettura.
- Nei lavori scolastici non dimenticare l’intestazione: nome e cognome, data, classe, titolo.
- Tra l’intestazione e lo svolgimento lascia una o due righe bianche.
- Vai a capo alla fine di ogni ; fai un piccolo rientro all’inizio di ogni capoverso;
- Scrivi i numeri in lettere e non in cifre (eccetto le date o i numeri molto lunghi): non 3 ragioni, ma tre ragioni; non usare simboli matematici e abbreviazioni al posto di parole: non x es., ma per esempio.
- Suddividi i lavori piuttosto lunghi (come relazioni, ricerche) in ; contraddistingui ciascun paragrafo con un numero e un titolo.
Inoltre se non usi il computer per stendere il tuo testo, ma scrivi a mano, ricopia il testo «in bella» facendo attenzione a questi aspetti:
- usa una grafia chiara e leggibile;
- non scrivere fuori dei margini;
- rileggi la bella copia; nel ricopiare si possono commettere errori di distrazione, quindi controlla di non avere saltato qualche parola o frase e rivedi l’uso delle maiuscole, l’ortografia, la divisione delle parole a fine riga e la punteggiatura.
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Uso del computer
La veste grafica deve essere particolarmente curata in lavori impegnativi come ricerche o relazioni: se usi il personal computer, dovrai dunque saperne sfruttare le possibilità. Ecco alcuni consigli pratici:
- nei testi a stampa si lascia sempre uno spazio dopo i segni di punteggiatura, mai prima;
- la tastiera ha sei vocali accentate (à, ò, ì, ù, è, é); attento a usare correttamente è, é, in particolare: accento acuto su sé, né, perché, poiché, affinché, giacché, sui composti di re e tre (viceré, trentatré) e sulle forme del passato remoto: temé, ripeté; accento grave su è, cioè, caffè, tè, ahimè, piè;
- sfrutta con intelligenza le possibilità grafiche del tuo computer: ad esempio, puoi usare il grassetto per i sottotitoli e il corsivo per le citazioni;
- il computer è molto di più di una macchina per scrivere. Diventa facile e rapido eliminare porzioni di testo, aggiungere parole e frasi, spostare blocchi di testo;
- la lettura su carta permette di individuare errori che sul video non si notano: stampa una bozza del tuo lavoro e leggila attentamente.
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Le caratteristiche del testo descrittivo
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Com’è fatto un testo descrittivo
I testi descrittivi presentano cose, animali, persone, luoghi, situazioni, in modo da suscitare in chi legge o ascolta un’immagine mentale dell’oggetto descritto.
Le descrizioni, anche se raramente costituiscono testi autonomi, sono frequenti sia nel parlato sia nello scritto. Parti descrittive compaiono spesso, ad esempio, in manuali illustrativi, cataloghi, guide turistiche, libri d’arte, enciclopedie, relazioni, testi geografici e scientifici, racconti e romanzi.
Per imparare a riconoscere le caratteristiche di un testo descrittivo leggi con attenzione il seguente brano:
Il codibugnolo
Tra gli uccellini dei nostri boschi non è difficile distinguere l’acrobatico codibugnolo (aegithalus caudatus) dal volo ondulato. A parte il becco che è corto e tozzo, la forma generale assomiglia a una gazza in miniatura, con quell’appendice spropositata: 9 cm di coda su una lunghezza complessiva di circa 14 cm! Ha un corpo piccolo, ovoidale, ricoperto da un gran volume di penne, così da sembrare una pallottola piumata. Pur essendo già riconoscibile a vista, con l’aiuto di un binocolo si possono distinguere altri particolari identificativi. Da lontano il piumaggio è nero e grigio, ma da vicino la colorazione grigiastra svela un bellissimo rosa cipria a livello di petto, fianchi e dorso. Subito sotto il piccolo becco nero, il codibugnolo è di un bianco candido che sfuma più in basso nel rosa; la testa ha una calotta bianca con due bande nere a formare spessi sopraccigli che convergono dorsalmente in un triangolo. Le ali sono nere con due strisce bianche poco evidenti. La coda presenta una parte centrale nera tra due bande laterali bianche che formano una specie di greca.
Il testo presenta le seguenti caratteristiche:
- si riferisce a un oggetto preciso e immediatamente individuabile: il codibugnolo;
- ne illustra le proprietà con molti particolari concreti: l’aspetto generale e i particolari identificativi (come la lunga coda, i diversi colori del piumaggio);
- contiene molti aggettivi che contribuiscono a precisare le caratteristiche dell’oggetto e delle sue parti: ad esempio, il becco è definito corto e tozzo;
- contiene termini molto precisi, alcuni dei quali usati con significato specialistico: calotta, sopraccigli;
- i verbi si riferiscono soprattutto a qualità: Ha un corpo piccolo, il piumaggio è nero e grigio; il tempo di base è il presente;
- le informazioni sono presentate in modo chiaro e ordinato: prima il particolare più vistoso (la lunga coda), poi l’aspetto generale riconoscibile a vista, infine vari particolari che si rivelano a chi osserva con il binocolo.
Una descrizione efficace deve permettere a chi legge di individuare le caratteristiche fondamentali dell’oggetto descritto: sarà perciò ricca di particolari concreti, ordinata, chiara e precisa. Per scrivere una descrizione efficace, quindi, occorre:
- determinare il tipo di oggetto da descrivere;
- scegliere i particolari più significativi;
- organizzare le informazioni;
- sviluppare le informazioni in forma agile e chiara.
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Gli oggetti della descrizione
Le caratteristiche di una descrizione sono in qualche misura determinate dal suo oggetto, cioè da ciò che viene descritto. Gli oggetti possono essere distinti in tre grandi categorie: reali, ideali, immaginari. Osserva i seguenti esempi:
Il mio gatto è piuttosto grande, ha il mantello tigrato grigio scuro, il pelo fitto, gli occhi verdi. La coda, lunga e folta, ha un piccolo difetto: la punta piega lievemente a sinistra.
Il gatto birmano ha un aspetto generale simile al siamese, ma la pelliccia è semilunga e morbida. Ha occhi azzurri, mascherina e orecchie scure, zampe guantate di bianco.
Il gatto del Cheshire a prima vista sembrava un normale felino, ma aveva due strane abitudini: sapeva sorridere e, soprattutto, era capace di rendersi invisibile, sparendo a cominciare dalla coda.
L’oggetto descritto nel primo esempio è reale: un determinato gatto, realmente esistente, che si distingue da tutti gli altri per caratteristiche particolari. Un’efficace descrizione di un oggetto reale deve contenere gli elementi che permettono di distinguere quel dato oggetto da tutti gli altri più o meno simili, cioè le sue proprietà distintive.
L’oggetto descritto nel secondo esempio è ideale: vengono presentate le caratteristiche di una razza felina, non quelle di un individuo particolare. Un’efficace descrizione di un oggetto ideale deve contenere tutti gli elementi comuni a un’intera classe di oggetti, cioè le loro proprietà tipiche.
L’oggetto descritto nell’ultimo esempio è immaginario: il gatto del Cheshire è un personaggio di un libro famoso, Alice nel paese delle meraviglie. Le descrizioni di oggetti immaginari sono infatti tipiche di opere di invenzione, come novelle e romanzi. Come quelle di oggetti reali devono contenere le proprietà distintive; possono essere fantastiche come quella che hai appena letto, ma anche ispirate alla realtà.
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Osservare l’oggetto: i cinque sensi
Per individuare le caratteristiche significative di un oggetto, dobbiamo in primo luogo osservarlo con cura, concentrando la nostra attenzione anche sugli aspetti che sfuggono a un’analisi superficiale. Gli strumenti di cui ci serviamo sono i cinque sensi: la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto, il gusto. Tra di essi i più sviluppati, senza dubbio i canali privilegiati attraverso i quali la specie umana percepisce la realtà, sono la vista e l’udito. Ma anche gli altri sensi possono offrirci molte informazioni importanti.
La scelta del canale sensoriale da privilegiare dipende naturalmente dall’oggetto della descrizione: per descrivere una stoffa usiamo soprattutto la vista e il tatto; per descrivere un cibo usiamo invece la vista, il gusto e l’olfatto. Una descrizione che si serve di più canali sensoriali permette una ricostruzione globale della realtà.
Per trovare le idee che ti serviranno per descrivere un oggetto, osservalo attentamente, cercando di utilizzare, se possibile, tutti i sensi, e raccogli le tue osservazioni in una scheda simile alla seguente:
Litchi (ciliegia cinese) |
Forma |
Tondeggiante o ovoidale, con la base un po’ più grossa, ricorda un piccolo cuore |
Dimensioni |
Grandezza all’incirca di una noce (2-3 cm) |
Colore |
Sottile buccia da rosa a rosso vivo; polpa bianca traslucida |
Seme |
Al centro del frutto, un grande seme allungato, di forma ovale, ricoperto di una pellicola bruna lucida |
Odore |
Il frutto tagliato emana un delicato profumo di moscato e rosa |
Tatto |
La buccia è rugosa, ricoperta da tubercoli che lo fanno assomigliare a una piccola pigna |
Consistenza |
Il frutto ben maturo è leggermente cedevole al tatto; la polpa è carnosa e succosa |
Gusto |
Dolce, con sentore di rosa, senza alcuna nota di acidità |